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La roccia presente nella regione Friuli Venezia Giulia, è prevalentemente formata da depositi e quindi è di tipo sedimentario. Buona parte di questo tipo di roccia è quella di formazione calcarea. Il calcare è una molecola formata da calcio, carbonio e ossigeno in questa formulazione: CaCO3. Ciò sta a significare che ogni molecola è composta da un atomo di Calcio, uno di Carbonio e tre di Ossigeno. Questo tipo di composto è molto compatto e solido se sotto forma di roccia cementata. Meno solido ma altrettanto compatto quando appare nelle sedimentazioni delle pentole, nelle tubazioni idriche o anche negli interstizi delle dentature, per la gioia dei nostri dentisti. Il motivo per cui il calcare è così facilmente reperibile in molti luoghi diversi, è la sua particolarità a sciogliersi in acqua in presenza di sostanze anche poco aggressive.

L'acqua pura normalmente infatti non riesce a scioglierlo, diversamente, l'acqua piovana o anche l'acqua dei fiumi, contiene una piccola percentuale di acido carbonico che ha le caratteristiche necessarie per disciogliere il calcare e renderlo trasportabile nell'acqua.

L'acido carbonico H2CO3, si forma quando l'anidride carbonica CO2, presente nell'atmosfera, si combina spontaneamente con l'acqua H2O. Questa molecola di acido non è molto stabile, mano a mano che si forma, tende anche a scomporsi, restituendo una molecola di acqua e una di anidride carbonica. Tuttavia la sua presenza è così facilmente presente nell'acqua piovana, che questa si rende capace di attaccare il calcare roccioso e di formare molto lentamente delle vere e proprie cavità all'interno del sottosuolo.

La pioggia infatti, cadendo a terra, penetra rapidamente nel sottosuolo attraverso lo strato di humus superficiale che tende a depurarla dagli elementi grossolani. Diversamente l'humus non è in grado di bloccare il passaggio di acidi, quindi questo lentamente corrode lo strato di roccia immediatamente al di sotto dello strato superficiale, continuando poi, fino a raggiungere l'interno, attraverso strati di roccia permeabile, fratture o cavità esistenti. La roccia calcarea quindi si lascia modellare permettendo all'acqua di formare ampi percorsi e grotte sotterranee. Generate da questo fenomeno e molto note in Friuli: le Grotte di Villanova, nella zona collinare di Udine e ancor più famosa la Grotta Gigante di Trieste, sede di importanti sensori sismici.

L'acqua però non si limita a scorrere sul lato inferiore delle cavità realizzate, ma riesce anche a percorrere attraverso fratture e porosità, anche strati di roccia piuttosto spessi, giungendo finalmente, carica di calcare disciolto, in prossimità delle volte delle grotte. A questo punto inizia la formazione del fenomeno più spettacolare: la formazione di una stalattite. La goccia d'acqua si ferma sul soffitto della grotta il tempo necessario a raggiungere la pesantezza che le permetterà di staccarsi da soffitto e di cadere in basso verso il pavimento della cavità. Questa pausa, e la naturale tendenza dell'acido carbonico a svanire, riforma molecole di acqua, anidride carbonica e calcare solido, il quale rimane attaccato al soffitto iniziando lentamente a formare una stalattite. La goccia d'acqua che è riuscita a lasciarsi andare dalla punta della stalattite però, possiede ancora una certa percentuale di calcare disciolto e nell'impatto con il terreno, ne rilascia un'altra piccola quantità iniziando così la formazione di una concrezione analoga alla stalattite ma di verso opposto che prende il nome di stalagmite. Il calcare, che forma le concrezioni all'interno delle rocce, normalmente è di un color ocra pallido, ma in qualche caso la sua purezza è davvero singolare, come quello delle grotte di Frasassi nei pressi di Ancona. La purezza del calcare delle grotte di Frasassi ha contribuito a rendere questi ambienti famosi in tutto il mondo. Il suo caratteristico colore quasi bianco è davvero spettacolare. In questo caso il calcare prende il nome di Aragonite.

Per poter formare le meravigliose concrezioni presenti all'interno delle grotte sono necessari alcuni milioni di anni, per questo il naturale rispetto che tutti noi dovremmo verso un fenomeno così singolare, dovrebbe limitarci all'osservazione piuttosto che all'asportazione di una di queste meraviglie.

La formazione di grotte con queste caratteristiche, è detta fenomeno carsico, dato che proprio nella zona del Carso triestino è rappresentata nel miglior modo possibile al mondo. Il fenomeno infatti non è molto comune e in tutto il mondo sono ben pochi i luoghi dove è possibile osservarlo.

Una nota amara però è che tutta la bellezza delle grotte triestine e di tutte le altre analoghe generate dal fenomeno carsico, sono destinata a scomparire. Infatti i fenomeni di erosione che continuano ad accompagnare il fenomeno, lentamente porteranno al collassamento delle strutture soprastanti le grotte fino a ingenerare un'implosione che farà scaturire una piccola scossa locale di terremoto.

 

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